NEL CUORE DELL’ENTROTERRA SARDO: ISTANTANEE DAL CARNEVALE DI LULA
Il secondo Viaggio Fotografico d’Autore in collaborazione con la fotografa Francesca Aucello (il primo, oltre oceano >>> Street Art a New York) rimane in Italia, in una piccola cittadina della Sardegna centro-orientale oggi conosciuta per la sua storia mineraria, i siti preistorici e le tradizioni forti come gli spettacolari paesaggi rocciosi che la abbracciano: istantanee dal carnevale di Lula.
Il carnevale di Lula è la rappresentazione di un rito che trae le sue origini dalle cerimonie sacre dedicate ai riti dionisiaci e, più in generale, dai riti arcaici di fecondazione della terra con il sangue.
ISTANTANEE DAL CARNEVALE DI LULA: SU BATTILEDDU
Su Battileddu, la vittima, è la maschera tipica, sicuramente tra le più impressionanti del carnevale sardo. Ha indosso pelli di pecora o montone, il viso annerito dalla fuliggine e sporco di sangue. Corna caprine, tra le quali è sistemato un rumine di pecora o di capra, che rappresenta uno degli stomaci dell’animale sacrificale, gli coprono il capo. Sul petto scendono i campanacci e sulla pancia, un po’ nascosto, lo stomaco di pecora o di capra gonfio di sangue e vino rosso che, di tanto in tanto, viene bucato per farne fuoriuscire il liquido a simboleggiare l’atto di bagnare e fertilizzare la terra in un ciclo di rinascita.
Lungo il corteo, attorno al Battileddu, si muovono maschere dal volto nero, anch’esse, “sos Massajos”, che lo aggrediscono fino ad ucciderlo. Lo depongono poi su un carro che viene fatto sfilare fino al momento in cui risorge. Sono i custodi del bestiame con indosso pungoli e funi di cuoio. E, ancora, “sas Gattias”, uomini travestiti da vedove con gambali maschili e il fazzoletto a coprire i capelli. Tengono in braccio una bambola di pezza e, porgendola a giovani donne fra gli spettatori, chiedono di allattarla mentre intonano “sos attitos”, strazianti e lugubri versi funebri in onore della vittima del carnevale.
La maschera del Battileddu, abbandonata dopo le grandi guerre del primo novecento, è stata recuperata nel 2001 e, da allora, è oggetto di vivo interesse non solo turistico o culturale ma anche scientifico e antropologico.





















Forte, impressionante, coinvolge e, forse, sconvolge. L’entroterra sardo è un mondo il cui sentire marca segni decisi, è figlio di millenni solitari, tra le montagne di un’isola ventosa e scarsamente popolata. Il sole estivo arde i sensi e il freddo pungente dell’inverno invita a cercare riparo, a raccogliersi nella certezza della propria identità. Il rito del carnevale di Lula è un omaggio entusiasta all’essenzialità della vita: esseri umani e animali riconoscono alla Terra il diritto al rispetto in un percorso in cui orrore e gioia si rincorrono.
E’ gratificante per me, che ho sangue sardo, vedere con quanta passione e orgoglio le diverse anime dell’isola gridino al mondo la bellezza delle proprie tradizioni e della storia da cui provengono, crescendo senza mai dimenticare.
Sono molto inquietanti queste maschere! Che paura!
Addirittura paura? Pensa che è il preludio ad una festa 😉
Mamma mia!che esperienza,come dire:forte!sono rimasta un po’ turbata da questi stomaci e sangue ecc. Non so se riuscirei ad assistere alla celebrazione in prima persona!sono facilmente impressionabile in questo senso! però non avendo mai messo piede in terra sarda e conoscendo veramente poco di quest’isola,che secondo me merita un super viaggio (prima o poi) è stato bello leggere nel dettaglio qualcosa di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza! Le foto sono bellissime!rendono bene l’idea della potenza del momento!
Oddio Serena, certo introdurre la Sardegna attraverso questo reportage dal carnevale di Lula può essere un po’ fuorviante ahahah è vero che l’entroterra della regione ha tradizioni molto antiche e di forte impatto, ma esiste anche tanta dolcezza, colori e profumi, sapori e gusti gioiosi e di puro godimento…anche per gli occhi 😀
Veramente curioso ed insolito. La nostra bella italiane veramente piene di sorprese
Anche per me è stato una sorpresa che ha subito catturato la mia curiosità!
Ecco questa è una di quelle esperienze che sono felice di aver visto da dietro uno schermo.. sarà pure folklore o tradizione che in loco spopola ma a me sinceramente lascia.. basita..
Come tutto ciò che ha una forte personalità, fa discutere e divide. Per capire oltre l’impatto visivo, decisamente inquietante, c’è un rassicurante senso di nascita e rinascita contestualizzato in un’epoca in cui la terra e suoi frutti erano le uniche certezze della vita…
Una tradizione particolare, forse un po’ cruenta con tutto quel sangue ma capisco che attinga alle vecchie usanze popolari.
Infatti è così! Sono tradizioni che richiamano le origini della civiltà!